Annachiara ha gli occhietti castani che ridono mentre gioca con la sorellina sul piazzale di Eataly. Jonathan, invece, ha gli occhi orgogliosi mentre racconta di essersi appena diplomato all’alberghiero di Carignano con 95/100. Annachiara e Jonathan sono solo due dei ragazzi che frequentano l’A.I.R. Down di Moncalieri e che si sono impegnati, nel fine settimana appena trascorso, a promuovere i “messaggi di cioccolato”, gustose tavolette di cioccolato fondente a forma di busta delle lettere con cui l’associazione, nata sul finire degli anni ’90, finanzia i suoi progetti di autonomia abitativa.
È una sfida quotidiana, quella di A.I.R. Down per l’autonomia dei bambini e ragazzi con sindrome di Down, che si combatte a scuola, sui mezzi pubblici, nelle palestre, nei condomini con una parola guida: inclusione. “A.I.R. ci supporta ogni in giorno su tutti i fronti- racconta la mamma di Annachiara- dalla scelta della scuola più inclusiva per mia figlia alle attività di logopedia e psicomotricità, fino alla collaborazione con le insegnanti”.
“Tutto lo spirito dell’associazione sta nel lavoro quotidiano di inclusione dei nostri ragazzi, dalla loro nascita fino a circa i trent'anni, nei contesti di vita quotidiana- ci spiega Silvana Botto, tra i fondatori dell’associazione-, per questo abbiamo firmato, insieme ad enti locali, istituzioni scolastiche, aziende sanitarie un protocollo per l’inclusione”. In un mondo, com’è quello contemporaneo, sempre più attento all’inclusività, le persone con sindrome di Down affrontano ugualmente, ogni giorno, episodi di discriminazione e devono lottare per ottenere un posto a scuola, nello sport, nei campi estivi, nel mondo del lavoro e nella vita sociale, nonostante le conquiste ottenute e l’impegno per vedere riconosciuti i propri diritti. “L'esclusione non è quasi mai esplicita- spiegano dal CoorDown, il Coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down nato nel 1987 con lo scopo di promuovere azioni di comunicazione condivise tra le diverse organizzazioni italiane impegnate nella tutela e nella promozione dei diritti delle persone con sindrome di Down-, spesso vengono dette scuse ridicole che nascondono una verità più dura e pregiudizi difficili da ammettere. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”: l’abilismo". Occorre andare oltre alle facciate perbeniste e alle espressioni di pietosa contrizione con cui, ancora troppo spesso, ci si approccia alle persone con sindrome di Down perché “troppe ipocrisie mascherate da buone intenzioni sono alla base degli ostacoli materiali e delle fatiche emotive che quotidianamente devono affrontare le persone con sindrome di Down e le loro famiglie”, come ricorda la presidente del CoorDown, Antonella Falugiani.
Dalla sua nascita, A.I.R. Down ha trovato casa a Moncalieri e qui, nella sua sede di via Quintino Sella, nel popolosissimo Borgo San Pietro, ha aperto tante porte ai suoi ragazzi, ma anche ad altre persone che, vivendo forme diverse di disabilità, si rivolgono al loro sportello Info Handicap, aperto in collaborazione con Comune di Moncalieri e Unione dei Comuni. “Bisogna trovare strategie per superare gli ostacoli, lavorare contro gli stereotipi perché i disabili possono fare tutto, anche se con tempi e modalità specifici” sottolinea Silvana Botto, mentre si sono spente le luci sulla Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down e sono ormai smontati i banchetti in piazza Vittorio Emanuele II e in centinaia di altre piazze in tutta Italia. Da oggi, riprende l’attività quotidiana dell'associazione per garantire ad Annachiara, Jonathan e a tutti questi ragazzi una vita normale, senza più ricevere da nessuno scuse ridicole.
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