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Immagine del redattoreStefano Perini

"Non esistono bambini di serie A e di serie B"- intervista a Barbara Fassone (M5S)


Nel numero 0 della newsletter Il Moncalierese andavamo a porre delle questioni di merito sull’approvazione della mozione pro “famiglie arcobaleno”, votata dal Consiglio comunale di Moncalieri lo scorso luglio, invitando al dibattito le forze sociali e politiche della Città sul divisivo tema dei riconoscimenti dei bambini nati all’estero da coppie omosessuali con pratiche che in Patria non sono legali. Al nostro invito ha risposto per prima la Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Barbara Fassone.


Consigliere Fassone, il suo gruppo, di cui lei è unico esponente in questa consiliatura, ha votato a luglio la mozione che impegnava il Sindaco ad attivarsi per il riconoscimento dei bambini delle cosiddette “famiglie arcobaleno”. Il vostro voto è stato coerente con quanto il Movimento sta propugnando a livello nazionale in difesa delle coppie omogenitoriali, anche in quel caso schierandosi col PD…

A maggio ho presentato, come consigliera del Movimento 5 stelle, una mozione sulla registrazione anagrafiche famiglie omogenitoriali che chiedeva al Consiglio Comunale di sollecitare il Parlamento a discutere le proposte di legge e comunque di modificare la normativa per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore, dando seguito al monito espresso dalla corte costituzionale con le Sentenze 32 e 33 del 2021, nonchè per riconoscere l’uguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie. Il Partito Democratico e la maggioranza, hanno accolto la mia mozione, sensibili anche loro su questo tema, e mi hanno chiesto di ritirarla per trascriverla insieme per ampliarla, inserendo elementi specifici di Moncalieri. Così è stato fatto ed è stata quindi presentata ed approvata a luglio. Vorrei sottolineare che la Sindaca Appendino è stata la prima in Italia a registrare famiglie omogenitoriali ed ha presentato un disegno di legge in materia di accesso al matrimonio e all’unione civile di tutti, nonchè in materia di filiazione.

Il Movimento 5 Stelle, negli stessi giorni in cui veniva votata a Moncalieri la mozione pro trascrizioni, si è astenuto sul disegno di legge che vuole inserire l’utero in affitto tra i reati universali, ovvero perseguibili anche se commessi in uno Stato estero. Perché per il Movimento, come per la Sinistra, sembra così difficile trovare una linea compatta e definitiva sulle questioni LGBTQ+?

Faccio un po’ di chiarezza su questa votazione. Alla proposta di legge, che rende la maternità surrogata un reato universale, la votazione è andata così: 166 voti a favore, 109 contrari e 4 astenuti. Il partito di maggioranza ha votato compatto e favorevole, il terzo polo si è diviso: 4 hanno votato favorevole, 7 contro, mentre 4 si sono astenuti; il resto della minoranza PD, M5S, Alleanza verde e sinistra e +Europa hanno votato compatti contro la proposta di legge. Altro discorso invece è sull’emendamento presentato da +Europa a favore di una regolamentazione della gestazione per altri, per rendere la pratica “solidale e altruista” ed è qui che il M5S si è astenuto. La linea che ha il M5S è combattere le diseguaglianze, e su questo siamo compatti, non è giusto che ci siano bambini di serie A e bambini di serie B.


Dopo pochi giorni dal vostro voto favorevole in aula, al comune di Moncalieri è arrivata la

richiesta di due donne di trascrizione della registrazione anagrafica del bambino nato da una delle due, che nelle carte prodotte dalle autorità del paese di nascita risultava avere nessun padre, ma ben due madri. Montagna ha proceduto alla trascrizione per tutelare il bambino, come ha dichiarato ai giornali, eppure c’è una fiorente giurisprudenza contro questi atti amministrativi. Secondo lei è stata una mossa propagandistica, un cavalcare l’onda emotiva, oppure vi è un reale problema di riconoscimento dei diritti dei bambini?

La mancanza di coraggio della politica produce ingiustizie, mi spiego meglio. Il 5 settembre, il tribunale dei minori di Trento ha autorizzato in tempi brevi la stepchild adoption per il figlio di una coppia omogenitoriale perchè il padre biologico è gravemente malato. Il rischio era che il bambino rimanesse legalmente orfano, pur avendo in vita un papà che lo ha cresciuto e che vuole continuare a farlo. In questo caso specifico, la famiglia è stata “graziata” dal tribunale con un iter insolitamente rapido, questo perchè manca una legge che garantisca il riconoscimento dei figli delle famiglie arcobaleno. Su questo spirito abbiamo voluto fare quella mozione.


Le storie delle cosiddette “famiglie arcobaleno” che balzano agli onori delle cronache si assomigliano un po’ tutte: l’amore, l’unione civile, la fuga all’estero per eseguire due pratiche vietate in Italia, quella della fecondazione eterologa (che in Italia è consentita solo alle coppie che possono procreare per natura, ovvero un uomo e una donna) e quella della maternità surrogata, il ritorno in Patria e il can-can mediatico per far trascrivere gli atti di nascita al grido di “l’Italia è un Paese bigotto”, oppure “L’Italia è un paese retrogrado”. Consigliere Fassone, chi sta sbagliando secondo lei? La Repubblica Italiana che non riconosce la genitorialità come un mero diritto dell’individuo, oppure chi cerca di aggirare le Leggi dello Stato grazie ai soldi e talvolta la fama?

Come ogni altra famiglia che non riesce ad avere figli con il concepimento a seguito di un rapporto sessuale, anche le famiglie omogenitoriali dovrebbero avere pari possibilità di accesso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. La giurisprudenza italiana, inoltre, ha sancito che l’orientamento sessuale di una persona non influisce sulla sua capacità genitoriale (Corte di Cassazione n. 601/2013; Cass., Sez. I, 2 giugno 2016, n. 12962; Corte cost., sentenza n. 230 del 2020). Gli studi condotti nei paesi in cui le famiglie omogenitoriali sono già riconosciute dimostrano che non vi è differenza nella crescita di chi ha genitori omosessuali o eterosessuali. E l’unico studio condotto in Italia asserisce anzi che nei casi di genitori omosessuali vi è uno sviluppo che porta bambini e bambine ad essere più aperti verso il prossimo. Un’altra cosa importante, le stime basate sui dati forniti delle cliniche, dove la gestazione per altri viene praticata, indicano che, nel 90% dei casi, ricorrono alla GPA coppie eterosessuali le quali, per i motivi più disparati, non possono portare avanti una gravidanza.


Il voto dell’aula consiliare di Moncalieri ha registrato l’assenso di esponenti cosiddetti cattolici, o comunque vicini per esperienze di vita o associazionistiche alla Chiesa cattolica. Lei stessa vive nel suo privato una dimensione di fede. Secondo lei perché nell’aula è così difficile restare se stessi, leali ai propri convincimenti e, soprattutto, leali verso gli elettori che vi hanno scelto anche per le persone che siete, più ancora che per i partiti che rappresentate?

Come ho già detto in precedenza, il M5S si batte per eliminare diseguaglianze e discriminazioni, infatti avevamo introdotto il reddito di cittadinanza per dare un po’ di ossigeno a quelle famiglie che si trovavano in grave difficoltà economica. Adesso cerchiamo di introdurre con una proposta di legge il salario minimo (tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano) e diffondere l’importanza di avere bambini che abbiano gli stessi diritti, anche se arrivano da famiglie omogenitoriali, sia un dovere di un paese civile. Ciò detto penso che questo sia coerente con la mia persona e verso gli elettori che mi hanno votato.


Le risposte della consigliere Fassone aprono ulteriori occasioni di dibattito e riflessione, che si intendono aperti a tutti, forze sociali, compagini religiose, politici e cittadini. Il Moncalierese è qui per accogliere tutte le voci, perché sulle questioni etiche è essenziale un dibattito libero e senza pregiudiziali.

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